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L’acero bianco preferisce i climi temperati, però si adatta anche a quelli caratterizzati da inverni rigidi in quanto sopporta temperature di parecchi gradi al di sotto dello zero. Rispetto agli altri aceri ha delle maggiori esigenze di luminosità, infatti le esposizioni migliori sono gli ambienti completamente soleggiati, però riparati dal vento perché il legno dell’acero saccarino è fragile, per cui particolarmente soggetto a rotture. In fatto di terreno è una specie molto adattabile, è l’acero che si sviluppa meglio sui suoli compatti, umidi e soggetti ai ristagni idrici, comunque vegeta bene anche su terreni acidi e salini, mentre non gradisce quelli sabbiosi troppo permeabili. L’acero argenteo è originario delle aree nord-occidentali del nord America, attualmente è diffuso in tutta Europa ed anche nell’America meridionale.
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La cultivar più importante di acero saccarino è Pyramidale, un albero alto fino a 20 m, con una parte aerea abbastanza densa e di forma piramidale. Rispetto alla specie risulta maggiormente sensibile ai terreni salini, si sviluppa meglio negli ambienti parzialmente ombreggiati e possiede dei fiori di colore rosso, per cui più decorativi dal punto di vista ornamentale. Essendo interfertile con l’acero rosso (Acer rubrum), l’acero argenteo è stato incrociato con questo ottenendo Acer x freemanii, un albero di rapido sviluppo, con radici meno invasive dell’acero bianco ed un legno più resistente.
La propagazione avviene per seme e per talea, in quest’ultimo caso si ottengono esemplari identici alla pianta madre; l’impianto si effettua ad inizio autunno oppure a nel mese di marzo. Nel caso della messa a dimora nei parchi pubblici, considerando anche le notevoli dimensioni che l’albero raggiunge in fase adulta, le piante devono essere distanziate tra loro almeno 7-8 m, in quanto le radici esplorano il terreno oltre le dimensioni della chioma. Una singola pianta messa a dimora in un giardino necessita di una porzione di terreno di almeno 9-10 mq per svilupparsi indisturbata.
L’acero saccarino viene coltivato a scopo ornamentale nei parchi pubblici, nei giardini come esemplare isolato, come bonsai e per la formazione di alberature stradali in quanto ha una buona tolleranza all’inquinamento atmosferico. Le operazioni di potatura consistono nell’eliminazione di rami secchi, danneggiati, con angolo d’inserzione troppo ampio in quanto soggetti a rotture e di eventuali rami posizionati in basso nel caso delle alberature stradali; è sconsigliato effettuare tagli grossi in quanto l’acero bianco fatica a cicatrizzare. La concimazione si esegue durante all’impianto apportando del letame maturo, negli anni seguenti, qualora fosse necessario, si distribuisce del concime complesso a lenta cessione alla ripresa vegetativa. L’acero argenteo necessita di irrigazioni durante la stagione estiva in quanto generalmente teme la siccità, considerando che predilige gli ambienti umidi; è consigliabile ricorrere a cultivar tolleranti la siccità nelle zone particolarmente calde e caratterizzate da terreni piuttosto leggeri.
L’acero saccarino è una pianta abbastanza attaccata dai parassiti, la malattia fungina più pericolosa è la verticillosi, la quale si instaura nel sistema vascolare provocando il disseccamento dei rami e,nel peggiore dei casi, la morte della pianta. Tra gli insetti si ricordano un coleottero xilofago che, scavando gallerie negli organi legnosi dell’albero, può provocare disseccamenti dell’intera pianta, e gli afidi; in quest’ultimo caso un attacco massiccio può causare la completa defogliazione dell’albero, per cui si effettuano trattamenti chimici se viene superata la soglia d’intervento. Per contrastare il coleottero il metodo di lotta più efficace consiste nell’eliminazione delle piante attaccate.
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