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Nella nostra penisola la Catalpa è raramente presente allo stato selvatico. La sua naturalizzazione tra 0 e 600 metri sul livello del mare interessa solo Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige. La Catalpa è una pianta robusta, eliofila, che tollera poco anche la mezzombra. Vegeta su terreni fertili, mediamente o notevolmente profondi, freschi, umidi, ma contemporaneamente permeabili, non eccessivamente compatti. Vuole pH da neutro a mediamente basico. Resiste ai geli tardivi, molto meno alla grandine e agli inverni rigidi. La temperatura media del mese più freddo non deve scendere al di sotto di 5/0°C. Non ha problemi a sopportare l’aridità e l’inquinamento.
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La propagazione della Catalpa avviene (anche spontaneamente) per seme a primavera, previa immersione in acqua. Altre modalità di riproduzione sono tramite barbatelle di radici, margotta, talea. Le cultivar vengono innestate sulla specie tipica. Trapianti e impianti si effettuano in primavera. Nei 3-4 anni successivi va curata l’irrigazione, la fertilizzazione con materia organica e eventualmente le potature di formazione. La pianta vuole un certo spazio attorno e non è adatta a contesti troppo angusti o come vicina di altre essenze arboree. Non è molto longeva (di rado arriva superandolo al secolo di vita) e la crescita è rapida su substrati fertili e riforniti di acqua e in climi non troppo rigidi, dove invece vegeta poco e lentamente. La sua sensibilità elevata ai venti richiede che le potature vengano effettuate anche a maturità, ma bisogna tener conto del fatto che più viene potata e meno fiorisce. La Catalpa viene usata come esemplare isolato in giardini pubblici, o come alberatura stradale, dove si fa notare grazie alla copiosa fioritura primaverile. Non va inserita in contesti naturalistici. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare date le dimensioni delle sue foglie, non produce molta ombra.
Larve di lepidotteri e larve minatrici possono attaccare il fogliame della pianta, di solito senza esiti funesti. Le malattie fungine possono costituire un problema maggiore. Tra i patogeni fungini segnaliamo il Vericillium che provoca disseccamento diffuso dei rami e nei casi più gravi può causare la morte della pianta. La muffa bianca Erysiphe catalpae tipica della specie e originaria del Nord America non è ancora stata segnalata in Italia, mentre è arrivata in altri paesi Europei tra cui l’Inghilterra e la Polonia.
La Catalpa ha legno fragile, difficilmente marcescibile anche se sommerso, ma di nessun interesse economico.
Tra le varietà di Catalpa segnaliamo:
“Aurea” più piccola della specie tipica e dal fogliame vellutato color giallo oro in estate, adatta a giardini come esemplare isolato da associare eventualmente a una clematis rampicante, o come sfondo a una bordura mista.“Nana” che arriva a 5 m di altezza per 3 di ampiezza, chioma globosa, adatta a strade e aree pavimentate.“Variegata purpurea” con foglie inizialmente di color porpora-marrone, che con il passare delle settimane diventano verdi. “Variegata” a foglie chiazzate sui toni dei gialli e verdi.
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