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La coltivazione dell’albero di canfore può avvenire sia in piena terra e sia in vaso, come bonsai. Questo esemplare deve essere messo a dimora in un luogo semiombreggiato o in pieno sole; non occorre preoccuparsi dei climi freddi perché sono in grado di sopportare le basse temperature, tuttavia, bisogna fare molta attenzione alle gelate che si verificano durante la stagione primaverile in quanto possono rovinare i nuovi germogli. Non hanno bisogno di cure colturali specifiche come le potature o fertilizzazioni, le annaffiature devono essere regolari solo per i giovani esemplari ancora in fase di sviluppo, mentre gli alberi di una certa età sono in grado di sopportare anche lunghi periodi di siccità. Visto il suo sviluppo, solitamente è messo a dimora in parchi pubblici o in ampi spazi. Per quanto riguarda il terreno, l’albero di canfora predilige terreni leggermente acidi, sciolti, freschi e ben drenati. È conveniente miscelare alla terra del concime organico maturo, della sabbia o pomice, in modo tale da essere ben drenato ed evitare uno tra i più temuti problemi: i ristagni idrici che possono portare la pianta alla morte.
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La moltiplicazione dell’albero di canfora avviene per seme o talea semi-legnosa. I semi possono essere presi direttamente dalla pianta nel momento in cui i frutti raggiungono a maturazione assumendo una colorazione tipicamente nera. Si elimina la polpa che li circonda e si seminano ponendoli in un terriccio ben drenato e con una leggera umidità in modo tale da agevolarne la germogliazione. La talea si pratica durante la fine della stagione primaverile e l’inizio di quella estiva. Si recide un giovane ramo, si mette in un vaso contenente terra da giardino mista a sabbia o pietra pomice, si annaffia facendo attenzione ai ristagni idrici, e solo dopo che produce un apparato radicale autonomo, può essere messo a dimora in piena terra. Anche in questo caso, bisogna annaffiare la pianta regolarmente ma facendo attenzione a non far marcire le radici.
Talvolta l’albero di canfora è coltivato per poterne sfruttare alcune sue parti, come la corteccia impiegata per l’estrazione di un olio utilizzato in innumerevoli campi, da quello della cosmesi a quello erboristico. Diluendo stesse quantità di olio di canfora e olio di mandorle dolci è possibile massaggiare zone contuse del corpo. Oltre a questo può essere impiegato per massaggi che sciolgono la tensione muscolare; se invece si miscela al burro di karité, si ottiene un unguento che aiuta nella respirazione, quando si hanno problemi ai bronchi o tossi grasse. Alternativamente a tutto ciò si può disciogliere qualche goccia di olio di canfora nella vasca da bagno piena d’acqua, un modo per rilassarsi ma anche per alleviare dolori reumatici e stimolare la circolazione sanguigna.
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