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Tutti sanno che la cura del giardino è tutt’altro che assimilabile ai minuti di relax stesi sull’amaca a godersi le nostre piante preferite; il lavoro di manutenzione che bisogna dedicare al giardino è impegnativo sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico, infatti si tratta di una serie di movimenti vari e inusuali, oltre che ripetuti per un certo numero di volte consecutive, e contemporaneamente si tratta di avere bene in mente un piano di azione, uno con scadenze e date, per far sì di curare al meglio ogni pianta. Una cosa che ci può alleggerire il lavoro è il piantare in giardino delle piante perenni: con questa denominazione si classificano quelle specie vegetali il cui ciclo di vita non si esaurisce in un anno solare, bensì può prolungarsi “ad oltranza” (ma dipende dalle specie) se le piante vivono nelle condizioni migliori ed in habitat quanto più simile all’originale. Ci sembra doveroso precisare che anche alle piante perenni bisogna dedicare le cura necessarie come la potatura, l’irrigazione, la rinvasatura e tante altre azioni comunque faticose, ma per lo meno si può essere certi che i risultati dureranno per qualche anno e non qualche mese.
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Una delle piante perenni maggiormente diffuse nel mondo Occidentale è l’ardisia: il nome designa un genere comprendente un centinaio di specie, le quali si differenziano poco nella componente estetica (forma delle foglie e delle infiorescenze) ma molto nel comportamento, infatti ci sono quelle che hanno carattere arbustivo ed altre carattere arboreo. La pianta è originaria delle zone tropicali della Cina e dell’India ed è conosciuta ed amata per come riesce a decorare grazie alle sue bacche piccole ma molto colorate e caratteristiche. Purtroppo sia l’origine e sia caratteristiche intrinseche della specie Ardisia ne limitano la diffusione solo in luoghi interni o climatizzati come appartamenti e serre, almeno alle nostre latitudini ed ai nostri climi. Infatti la pianta in questione ha bisogno di poche cure ed attenzioni ma solo se si trova nel “range” di temperatura ottimale per essa, che è abbastanza stretto e compreso tra i sette ed i venticinque gradi centigradi. In pratica in Italia l’inverno è troppo freddo e l’estate troppo calda; ma non solo, anche negli appartamenti la vita non sembra facile in quanto soprattutto in estate le temperature si alzano.
Riprendendo il discorso terminale del paragrafo precedente, possiamo dire che, per nostra enorme fortuna, il controllo della temperatura locale intorno alla pianta può essere facilitato grazie al controllo della umidità: il vecchio ma efficace trucco della vaporizzazione alla chioma permette di innalzare l’umidità intorno alla pianta e ciò contribuisce ad abbassare la temperatura in quanto l’acqua per evaporare assorbe calore dall’aria e perciò ne abbassa il grado di temperatura. Questa è la più importante e restrittiva caratteristica di coltivazione dell’ardisia, la quale poi ci ripagherà con fioriture nel periodo post-estate e soprattutto con la fruttificazione (intorno a novembre) di bacche di colore rosso acceso che possono durare anche fino alla fioritura successiva e decorare semplicemente un ambiente. Altra buona caratteristica dell’ardisia è il suo ridotto sviluppo nelle dimensioni: non arriva mai a superare i novanta centimetri di altezza ed i quaranta di larghezza, ha bisogno di una non eccessiva quantità di terriccio ed inoltre le sue numerose foglie (per lo più lanceolate con bordi ondulati) si mostrano di un colore verde intenso davvero gradevole, con anche un aspetto coriaceo che ben si sposa con il carattere arbustivo e con le bacche rosse. A tal proposito, le bacche non sono commestibili ed in alcune specie, dopo alcuni mesi dalla fruttificazione, tendono a scurirsi verso un colore bruno.
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