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La lavanda preferisce i climi temperati, resiste bene al caldo estivo ed agli inverni rigidi, sopportando temperature di alcuni gradi sotto lo zero. Le esposizioni migliori sono gli ambienti completamente soleggiati e ben ventilati. La lavanda predilige i terreni sciolti, fertili, calcarei e ben drenati, vegeta bene anche sui suoli aridi e sassosi, mentre rifugge quelli compatti in quanto risultano sensibili ai ristagni idrici. È una specie originaria del bacino del Mediterraneo, nel nostro Paese cresce allo stato spontaneo in pianura, in collina e sugli Appennini fino ad un’altitudine di 1500 m.
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La lavanda si moltiplica per talea, dopo la fioritura, a fine estate, vengono prelevate delle porzioni di germoglio dell’anno, che non è ancora in grado di fiorire, aventi una lunghezza di 15 cm; è importante che il prelievo di talee semilegnose avvenga su piante di almeno due anni di età.
Dopo aver immerso il punto tagliato delle talee in una polvere a base di ormoni in modo da favorire l’emissione di radici, il materiale di propagazione si pone in un substrato costituito da sabbia e torba in parti uguali. Una volta avvenuta la radicazione le piantine sono pronte ad essere trapiantate a primavera inoltrata.La lavanda viene coltivata in pieno campo per la produzione di fiori, negli orti e giardini famigliari, in vaso all’aperto, per la formazione di siepi e sui terreni in pendenza ad alto rischio di frane.
Le distanze di impianto tra le file sono di almeno 80 cm e sulla fila di 60 cm, con una densità di 2 piante/mq, mentre per costituire delle siepi la distanza tra una pianta e l’altra è di 30 cm, con un investimento di 3 piante per metro lineare. Il controllo delle erbe infestanti si esegue effettuando delle scerbature manuali. La concimazione generalmente si esegue soltanto durante la preparazione del letto di semina apportando del letame maturo, però si può somministrare del concime complesso alla ripresa vegetativa in primavera. Durante l’estate, in condizioni di siccità, la lavanda necessita di irrigazioni, però è importante lasciare asciugare il terreno tra un’annaffiatura e l’altra. Verso la fine dell’estate, dopo la fioritura viene effettuata una potatura energica eliminando gli steli sfioriti che andrebbero a lignificare, in questo modo si formano nuovi germogli in autunno; a fine inverno vanno potate le siepi che necessitano di sfoltimento. La lavanda è una pianta poco soggetta ad attacchi di parassiti, tra cui i più pericolosi sono i marciumi radicali, che possono insorgere se la coltivazione si effettua in terreni soggetti a ristagni idrici.Le infiorescenze della lavanda si raccolgono ad inizio fioritura se in seguito vengono sottoposti all’essiccazione, mentre se sono utilizzati freschi per l’estrazione dell’olio essenziale si prelevano nei mesi di luglio ed agosto, in prossimità del picco massimo di fioritura. L’essicazione avviene appendendo le infiorescenze capovolte in ambiente riparato dalla luce, asciutto e con una buona circolazione d’aria, in seguito gli steli vanno separati delicatamente dai fiori essiccati per impedire la perdita del profumo da parte di quest’ultimi. L’olio essenziale si ottiene mediante la distillazione dei fiori freschi in corrente di vapore e può essere estratto fino all’1 %.
La lavanda possiede proprietà tonificanti per il sistema nervoso, stimolanti per il sistema circolatorio, antisettiche, carminative, antispasmodiche e antibatteriche. La lavanda trova un largo impiego in profumeria, infatti si utilizza come carta profumata per il rivestimento di armadi ed i fiori essiccati si mettono in sacchettini antitarme che profumano i mobili. Un ulteriore impiego di questa essenza consiste nel contrastare la cellulite e nel tonificare le pelli delicate. La lavanda trova uno scarso utilizzo in cucina, i fiori secchi vengono aggiunti a gelati, marmellate e all’aceto; grazie all’impollinazione dei fiori, operata dalle api o da altri insetti pronubi, si ottiene il miele di lavanda. Le preparazioni a base di lavanda sono l’infuso, applicato per risciacquare i capelli grassi, e la tintura.
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