Il Ficus ginseng è un arbusto sempreverde originario dell’Asia e delle foreste pluviali. Nonostante appartenga alla famiglia dei Ficus Microcarpa, il Ficus ginseng si distingue per le sue dimensioni ridottissime, mentre i Microcarpa sono alberi giganti che possono superare anche i venticinque metri di altezza. Questa specie non raggiunge il metro e mezzo di altezza e presenta foglie ovali di colore verde scuro, intenso e brillante, radici aeree e nodose e un fusto di colore chiaro simile a quello degli alberi molto vecchi. La particolare forma del fusto e delle radici crea la formazione di una chioma nana che si espande in orizzontale e che rende il Ficus ginseng uno degli alberelli bonsai esteticamente più apprezzati, amati e coltivati. Per le sue caratteristiche, questo piccolo arbusto si presta ad essere coltivato nelle nostre zone temperate e in appartamento, dove le temperature si aggirano spesso intorno ai venti gradi.
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Il Ficus ginseng si presta ad essere coltivato in zone umide e temperate. Ciò dipende dal fatto che questa pianta cresce in Paesi con climi tropicali o subtropicali, dove spesso piove per lunghissimi periodi. Umidità e temperature elevate sono quindi ideali per il Ficus ginseng, anche se negli ambienti chiusi si creano spesso condizioni di temperatura elevata e di scarsa umidità. Il Ficus ginseng mal sopporta anche i ristagni idrici ed è sempre consigliabile evitate le inzuppature del terriccio. Queste si possono arginare usando substrati fertili e ben drenati. Nel vaso va aggiunta un po’ di argilla espansa che evita proprio i ristagni idrici sul fondo del contenitore, mantenendo il gusto grado di umidità alla base della pianta. Il Ficus ginseng vegeta praticamente tutto l’anno ed eventuali accorgimenti relativi al suo posizionamento vanno effettuati sulla base delle temperature esterne. A primavera ed in estate la pianta può essere trasferita all’aperto, può rimanerci anche in inverno, purché le temperature non scendano mai al di sotto dei dieci gradi e non si formi del ghiaccio sul terriccio. In tal caso sarà consigliabile spostare la pianta in appartamento, controllando le condizioni di umidità e temperatura create dall’uso di climatizzatori, stufe e termosifoni.
Il terriccio ideale alla coltivazione del Ficus ginseng deve essere fertile e ben drenato, ma in grado di garantire un buon grado di umidità alla pianta. Il substrato ideale, per il vaso dove sarà collocata la pianta, dovrà essere ricco di humus. Per prepararlo si può usare il terriccio universale miscelato a sabbia e stallatico maturo.
Il Ficus Ginseng è una pianta originaria delle zone tropicali. Si adatta molto bene anche alle basse temperature, ma cresce ottimamente in zone temperate. L’esposizione solare deve, dunque, tener conto delle precise caratteristiche di questa pianta che, crescendo anche nelle foreste pluviali, dimostra di sopportare molto bene le zone d’ombra. L’esposizione ideale è dunque a mezz’ombra, specie nei periodi estivi in cui è presente anche un maggiore rischio di siccità. Negli altri mesi dell’anno il Ficus ginseng può anche essere esposto al sole, ma l’esposizione ai raggi solari deve essere graduale, perché in caso contrario la pianta rischierebbe di seccarsi. Si inizia con pochi minuti di esposizione al sole, non diretto, fino ad aumentare gradualmente l’esposizione, fermo restando il principio che il Ficus ginseng cresce ottimamente nelle posizioni a mezz’ombra.
Nei precedenti paragrafi abbiamo già accennato alla temperatura ideale per coltivare il ficus ginseng. La pianta, come già detto, vegeta praticamente tutto l’anno, e ciò vuol dire che è in grado di sopportare temperature anche molto rigide, purché non inferiori ai dieci gradi sotto zero. In presenza di inverni troppo secchi è consigliabile spostare all’interno la pianta, coltivandola come qualsiasi altra specie da appartamento. Gli spazi interni devono mantenere temperature comprese tra i 18 ed i 23 gradi. Se si utilizzano climatizzatori è consigliabile dotarli di dispositivi di regolazione dell’umidità, perché il Ficus ginseng non tollera l’aria troppo secca.
Il Ficus ginseng va innaffiato con regolarità perché la secchezza danneggia prima le radici e poi il fusto e la chioma della pianta. Stessi danni si possono provocare anche inzuppando eccessivamente il terriccio del vaso. L’ inzuppatura può, infatti, provocare marciumi. Il consiglio per irrigare correttamente il Ficus ginseng è quello di potenziare la frequenza delle irrigazioni nel periodo estivo, ma intervenendo solo dopo che il terriccio si è completamente asciugato. Lo stesso criterio si deve usare anche in inverno se la pianta è collocata in appartamento e in ambienti troppo secchi.
Il Ficus ginseng va rinvasato in primavera, attuando una potatura delle radici. Queste vanno tagliate fino ad accorciarle della metà, ma senza danneggiare la parte radicale che dovrà essere posizionata sul terriccio del nuovo vaso.
La concimazione del Ficus ginseng segue gli stessi metodi adottati per le piante verdi e non per i bonsai, perché questa specie, anche se è molto simile a un bonsai è in realtà una radice in cui sono innestati rami di ficus. Per concimarla si possono usare sia concimi chimici che organici. I primi devono essere specifici per piante verdi, con un rapporto di azoto, fosforo e potassio adatto proprio a queste specie di piante. I concimi naturali possono invece essere somministrati senza considerare il rapporto di azoto, fosforo e potassio, in quanto nutrono il terriccio in maniera completa, garantendo una sana crescita della pianta e la sua maggiore resistenza a parassiti e malattie. I concimi maggiormente usati per il ficus ginseng sono prodotti in pastiglie da sciogliere in acqua, con rilascio dei minerali a lenta cessione. Per il Ficus ginseng coltivato in casa è consigliabile scegliere concimi organici inodore, ma con principi nutritivi adatti alla coltivazione della pianta. I concimi naturali inodore sono commercializzati da aziende specializzate nella vendita di fertilizzanti biologici. La concimazione del ficus ginseng va effettuata durante la stagione vegetativa, con una cadenza di quindici, venti giorni. I fertilizzanti si possono somministrare con l’acqua di irrigazione. Da non dimenticare anche la concimazione durante il rinvaso, poiché le radici della pianta, soggette a potatura, perdono gran parte delle loro sostanze nutritive ed anche il terriccio contenuto nei vasi tende a depauperarsi delle sostanze utili allo sviluppo della pianta.
Il ficus ginseng si riproduce per seme e per talea. Quest’ultima è considerata una tecnica di riproduzione semplice e veloce, ma non è sempre detto che funzioni per il Ficus ginseng. La semina della pianta deve avvenire in primavera, mentre la propagazione per talea va effettuata in estate. Le talee si prelevano da piante giovani e devono essere dei rami lunghi otto centimetri. Questi si privano delle foglie, lasciando solo le ultime foglioline nella parte apicale, e si posizionano su un vasetto composto dal substrato ideale alla crescita del ficus ginseng. La talea non va esposta al sole diretto e va bagnata con poca acqua. E’ probabile, però, che invece di radicare, la talea muoia o dia vita a una pianta di ficus semplice.
La potatura del Ficus ginseng viene effettuata per due motivi: per facilitare il rinvaso e per migliorare la forma della pianta. Della potatura per il rinvaso abbiamo già parlato in un precedente paragrafo, mentre la potatura per fini estetici serve a dare alla pianta la forma di un bonsai. I bonsai sono degli alberi in miniatura che nella forma dei rami e della chioma imitano quelli più grandi. Se si vuole avere un Ficus ginseng dal portamento ordinato bisogna eliminare i rami e le foglie che danneggiano proprio la regolare forma dell’albero. Con apposite forbici per potatura, ben affilate e disinfettate, andranno tagliati proprio le foglie ed i rami che sporgono al di fuori della linea centrale della chioma. Le ferite di potatura del Ficus gingeng vanno protette con mastice, per evitare lo sviluppo di malattie che possono provocare la morte della pianta.
Il Ficus ginseng è soggetto agli attacchi di insetti parassiti e di funghi. Per quanto riguarda i primi, le infestazioni riguardano prevalentemente la cocciniglia, che si sviluppa in condizioni di climi eccessivamente secchi ed asciutti. Al contrario, un elevato grado di umidità ed irrigazioni eccessive possono favorire lo sviluppo di malattie funghine e di marciumi radicali. Queste affezioni si possono prevenire fornendo alla pianta il giusto apporto di acqua, di umidità e di temperatura. In caso di infezioni conclamate si procederà a combatterle usando tutte le strategie di lotta adatte a debellare le cocciniglie ed i funghi patogeni. Le cocciniglie si possono rimuovere anche manualmente, lavando le foglie con sapone e ripulendole dallo stesso non appena gli insetti sono stati rimossi, mentre per le infezioni funghine bisognerà agire caso per caso. Quelle troppo estese, con danno delle radici e del terriccio, comportano spesso la soppressione della pianta e l’eliminazione del vaso e del terriccio, mentre per quelle in fase iniziale si possono usare prodotti antifungini. Metodi di coltivazione corretti e una certa prudenza nell’eseguire i vari interventi colturali potranno comunque garantire una crescita sana della pianta, allontanando il rischio che la stessa possa sviluppare delle fitopatologie mortali.
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