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L'Efedra è da sempre conosciuta dai popoli di tutto il mondo. In Europa, già Plinio il Vecchio, nel I secolo a.C., nella sua opera Naturalis Historiae riporta l'utilizzo della pianta da parte dei medici dell'antica Roma per il trattamento delle affezioni bronchiali. In oriente, invece, le prime tracce sull'utilizzo dell'Efedra si fanno risalire al III secolo a.C., periodo in cui l'imperatore cinese Shen Nung redige il primo testo della storia, conosciuto come Pen T'sao ching o L'origine delle piante, in cui vengono raccolte tutte le sostanze ad attività farmacologica derivanti da minerali, piante e animali, ed in cui si fa menzione della Ma Huang, nome cinese dell'oggi conosciuta Efedra. Solamente nel 1885 il chimico giapponese Nagayoshi Nagai isola il principale alcaloide dell'Efedra: l'efedrina. Da allora il principio attivo è stato strutturalmente e farmacologicamente caratterizzato, insieme al suo stereoisomero meno tossico, la pseudoefedina, trovando nel tempo molti impieghi in ambito farmaceutico, successivamente ridimensionati a causa dei rischi di tossicità insorti.
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L'efedrina e la pseudoefedrina, i due alcaloidi naturali estratti dalla pianta, possiedono una struttura catecolaminergica simile alla metamfetamina, con la quale condividono alcune proprietà tossiche. Tale struttura garantisce ai due alcaloidi tutta una serie di funzioni positive sull'organismo. Le proprietà benefiche dei due alcaloidi sono legate alla stimolazione dei recettori adrenergici e a seconda dei siti di azione danno una variegata serie di effetti: a livello bronchiale provocano una broncodilatazione in grado di contrastare la difficoltà respiratoria dei soggetti asmatici, a livello centrale agiscono da attivanti e ad alte dosi da euforizzanti, agiscono inoltre da vasocostrittori, riducendo così la produzione di muco a livello nasale, e infine hanno un'azione termogenica e lipolitica con riscontri positivi sui soggetti obesi. Efedra in erboristeria viene commercializzata con l’indicazione di fornire un aiuto per perdere peso o come tonico in caso di stanchezza o intensa attività fisica. Spesso viene associata alla caffeina che agisce da rinforzo sulle attività stimolanti dell'efedra.
Se da una parte la natura è in grado di donarci sostanze con proprietà terapeutiche eccellenti, sull'altro capo della medaglia si nascondono gli effetti avversi che rendono queste sostanze un pericolo per la salute se assunte in modo non corretto. I due alcaloidi dell'Efedra presentano una serie di effetti collaterali che hanno portato al ridimensionamento di questi nella terapia medica: l'attivazione dei recettori adrenergici porta ad un aumento della pressione sanguigna conseguente alla costrizione vasale, inoltre possono aumentare il rischio di infarto del miocardio se assunti insieme ad altre sostanze stimolanti, quali caffeina e sinefrina; effetti collaterali secondari sono iperglicemia, insonnia, ansia, nervosismo. Non è un caso che tutti questi effetti siano sovrapponibili agli effetti riscontrati in alcune sostanze d'abuso, infatti con l'assunzione di efedrina e pseudoefedrina vengono attivati gli stessi canali neuronali che portano a stati di dipendenza psicologica ed abuso di sostanze. in Italia l'efedrina è oggi considerata doping, mentre la pseudoefedrina, l'analogo meno tossico, trova impiego solamente come decongestionante nasale.
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