La vite è una specie vegetale che non è nei primissimi posti della top list delle piante più diffuse nei giardini; infatti, pur essendo essa di chiara origine locale e mediterranea, la vite è più una coltura specialistica, ovvero per professionisti che sanno come curarla e che lo fanno anche con grande impegno materiale per ricavarne (seppur per semplice amore di ciò che fanno e quindi non necessariamente a scopo di lucro) del vino o altri prodotti ad esso familiari. Ciò è dovuto indubbiamente anche alle attenzioni che la vite stessa richiede, perché essa è una pianta che bene o male si adatta a tutto il clima delle nostre zone, ma se vogliamo renderla produttiva allora richiede attenzioni, manodopera e prodotti non assolutamente banali, anzi degni di veri operatori del settore. Ecco quindi che non è comune nei giardini privati “standard”, mentre se ne trovano tante nei giardini di persone benestanti che amano magari questo genere di hobby “preziosi” (perché chiaramente loro si limiteranno a dirigere i lavori o poco più). Ciò però non deve fermare coloro che desiderano una pianta di questa specie nel loro normalissimo giardino, perché magari non ne ricaveranno un vino da sommelier d’alto borgo, ma di certo potranno appassionarsi alla cura di questa pianta storica.
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Una delle operazioni più importanti da effettuare sulla vite perché essa renda tanto e bene dal punto di vista “vinicolo” è la potatura; operazione importantissima per tutte le specie di pianta, in quanto si riesce con movimenti e “tagli” giusti a donare maggior forza e salute in previsione di crescita, fioritura o anche nel donarci frutti, assume un ruolo speciale per una pianta esigente come la vite, in quanto permette di tutelarla dagli sbalzi climatici occasionali in periodi catartici del ciclo annuale (tipicamente l’estate), oltre che di modellarla anche pensando ai lavori da praticarci vicino, primo tra tutte la raccolta dell’uva stessa, molto più semplice e rapida se fatta con i macchinari adeguati, i quali però sono inutili senza la corretta disposizione. Diciamo immediatamente che la forma da dare alla vita fin dal suo primo anno di vita nella nostra coltivazione è quella detta “a spalliera”: è la classica disposizione della vite con vari fili che sorreggono i rami fruttiferi in un certo ordine lineare, separando varie strisce di viti consecutive. Oltretutto questo metodo permette la massima comodità nella manutenzione della pianta e nella raccolta dei frutti, oltre che donare ordine ed aria ad ogni ramo importante.
Essendo una pianta esigente e particolare, la vite richiede speciali accortezze durante la sua crescita, soprattutto nel taglio di rami e sezioni superflue. Secondo la letteratura e l’esperienza pratica del settore, su una vite il numero giusto di nuove gemme è compreso tra il cinque ed il sette; ovviamente in questo conto sono da considerare sia le gemme da legno e sia le gemme da frutto, con le prime che durante la loro crescita costituiranno più un ramo da costruzione mentre le seconde che porteranno tanti frutti. Purtroppo la distinzione tra queste due specie non è assolutamente netta, anzi: fortemente dipendente dalla specie e dal clima, la distinzione delle gemme è più una questione di intuito, esperienza e conoscenza della propria pianta. Si è notato però che i rami più bassi sono da frutto quando il clima primaverile è stato abbastanza secco, mentre con primavere umide le gemme medie e superiori daranno più frutti di quelle basse. Comunque sia, la vite deve essere indirizzata per la forma a spalliera già dal suo primo anno di vita, con i rami ancora verdi ed il tronco sottile, perché solo così, attraverso tagli dei rami “deviati” e curvatura dei rami più giovani, sarà facile ottenere una pianta ordinata e facile da curare.
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