Coltivazione nocciole

Caratteristiche e varietà della pianta di nocciolo

Il nocciolo è un arbusto molto resistente al freddo e poco esigente sulla natura del terreno. Un'unica eccezione è costituita dai terreni troppo umidi e pesanti. E’ una pianta molto decorativa, in tutte le stagioni. In inverno perde il suo fogliame mettendo in evidenza i lunghi rami da cui pendono gli amenti, i fiori maschili, di colore giallo. Per ottenere le prime nocciole è necessario attendere almeno 2-3 anni dalla messa a dimora della pianta. Dall'ibridazione di alcune specie, tra cui Corylus Avellana L. e C. Maxima Mill, si ottengono alcune varietà molto diffuse. Tra le coltivazioni di nocciole più conosciute troviamo la "Tonda di Giffoni", coltivata in Campania, la "Tonda Romana", diffusa nella zona di Viterbo, e la pregiata "Tonda Gentile", tipica del Piemonte, dalle eccellenti caratteristiche organolettiche. Il nocciolo può essere piantato isolato o in siepi, e in commercio di trova "a radice nuda".
Albero di nocciole

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Messa a dimora del nocciolo

Cespuglio di noccioli Il periodo ideale per piantare il nocciolo è quello compreso tra i mesi di ottobre ed aprile. Per la messa a dimora è necessario scavare una buca piuttosto profonda, di circa 50/60 cm, e liberarla da radici, sassi ed erbacce. Sul fondo della buca va posta una grossa manata di cornuchiglia, un fertilizzante di origine animale, mescolata con terra migliorata con terriccio e letame. Le radici, prima di essere interrate, vanno inumidite alle estremità immergendole in fanghiglia. L'arbusto va interrato fino all'altezza dei primi rami e la buca va colmata con la terra asportata durante lo scavo. Prima di procedere con l'annaffiatura è bene comprimere la terra ai piedi dell'arbusto per garantire una buona coesione tra le radici e il terreno. Per ottenere un cespuglio si possono mettere a dimora dimora 3 o 4 fusti, a distanza di 80-90 cm.

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    Manutenzione e potatura del nocciolo

    Fiori maschili della pianta di nocciolo La pianta di nocciolo è caratterizzata da un apparato radicale superficiale e deve quindi essere necessariamente irrigata, soprattutto quando il terreno si secca troppo. Le scarse irrigazioni, soprattutto se la pianta è giovane, possono compromettere il regolare sviluppo dell'arbusto. Per quanto riguarda le potature è bene ricordare che dopo la messa a dimora è necessario attendere almeno un anno prima di intervenire. Fino a quel momento è importante che l'arbusto cresca rigoglioso. Dopo il primo anno potranno essere tolti i rami secchi, malati e tutti i rami e i polloni (nuove piante generate dalle radici) che ingombrano il centro del cespuglio, tenendo presente che i frutti compaiono sui rami dell'anno precedente. La pianta di nocciolo fiorisce da dicembre a febbraio, a seconda delle zone, e l’impollinazione viene svolta dal vento (impollinazione anemofila) anziché dagli insetti, assenti durante il periodo invernale. La pianta porta fiori distinti in maschili e femminili.


    Coltivazione nocciole: Malattie e parassiti

    Foglia di nocciolo attaccata dall'oidioChi si dedica alla coltivazione delle nocciole sa bene che la pianta è soggetta a numerose avversità, causate da funghi e parassiti. I principali insetti che minacciano la pianta sono l'eriofide (phytoptus avellanae), che sverna all'interno della gemma causandone uno sviluppo anomalo, e il balanino (curculio nucum), capace di forare il guscio della nocciola per deporvi le uova. Nel primo caso si può intervenire con prodotti a base di zolfo, nel secondo con degli insetticidi preventivi da applicare tra i mesi di giugno e luglio. La corteccia può essere invasa dall'agrilo (agrilus viridis) che si insinua scavandovi gallerie e interrompendo i vasi linfatici. In questo caso è necessario provvedere con drastiche potature. I parassiti fungini più pericolosi sono il "mal dello stacco", che necrotizza i rami insinuandosi nella corteccia, e il marciume radicale, che può portare alla morte della pianta. In questi due casi si deve intervenire eliminando le parti infette. Le foglie, infine, possono essere colpite dallo oidio, che ne provoca il disseccamento e la caduta, con nessuna conseguenza per la pianta e per i frutti.


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