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La moltiplicazione del Cistus avviene per semina o per "taleaggio". I semi vanno posti in cassoni, a fine inverno, o direttamente a terra, verso la metà della primavera. Il Cistus si propaga velocemente, quindi è opportuno riservarle un adeguato spazio affinché non venga soffocata da altre piante, sue "vicine" in giardino. Le talee, invece, si prelevano a primavera e radicano in un compost costituito da sabbia e torba. La scelta della talea deve ricadere sui rami maturi ma con non più di un anno di vita. Prima dell'impianto sul "compost" di coltura, le talee possono essere trattare con "ormoni radicanti". Una volta posta a dimora, la pianta non dovrebbe essere più spostata perché le sue radici soffrono l'espianto. Se coltivato in vaso, il Cistus richiede un fondo di "argilla espansa", per consentire la completa fuoriuscita dell'acqua.
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Il substrato di coltura adatto al Cistus è quello morbido, moderatamente fertile e ben drenato. I ristagni idrici possono essere scongiurati aggiungendo ai terricci troppo compatti e argillosi della sabbia di fiume. Questa pianta tollera bene anche i terreni calcarei ma non eccessivamente gessosi, perché si corre il rischio di intaccare l'apparato radicale con la clorosi. La varietà "Salvifolius", invece, richiede un terriccio acido. Nel caso di gelate, il Cistus va riparato con un telo di tessuto non tessuto e con una "pacciamatura", disposta alla base della pianta. Il Cistus non richiede particolari interventi di concimazione, salvo al termine del periodo invernale, quando potrebbe essere utile aiutare la pianta cospargendo alla sua base del fertilizzante "ternario" in granuli a lento rilascio.
Il principale problema del Cistus è costituito dalla delicatezza delle sue radici che, in presenza di ristagni idrici, possono marcire per asfissia. Oltre a non eccedere con l'acqua d'irrigazione, è necessario testare periodicamente la capacità di drenaggio del terreno di coltura e la corretta ventilazione della zona ove la pianta è posta a dimora. Il Cistus può subire attacchi parassitari da parte di afidi e cocciniglie, debellabili con prodotti fitosanitari specifici ma anche con rimedi biologici. Per non dover somministrare alla pianta una quantità eccessiva di antiparassitario, è bene procedere alla rimozione manuale degli afidi e della cocciniglie, usando un panno umido da passare su foglie, steli e boccioli. Le parti danneggiate da tali "ospiti indesiderati" vanno prontamente potate.
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