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Per la coltivazione del finocchietto selvatico bisogna accertarsi di evitare i ristagni idrici, per questo si mescola alla terra della sabbia, nel caso non ce ne fosse. È opportuno coltivare il finocchietto selvatico in aree dove la temperatura sia superiore ai tre gradi nel periodo invernale, altrimenti le piante potrebbero morire o comunque soffrire. I fiori del finocchietto selvatico vanno tagliati prima che i semi maturino in modo tale da riuscire a controllare la diffusione delle piante, i semi infatti volerebbero per tutto il campo senza fermarsi. Solitamente le piante vengono tagliate alla base prima del freddo invernale, per poi fare la pacciamatura sul terreno usando paglia e simili. Questo garantisce la sopravvivenza delle radici e quindi una nuova crescita nella stagione seguente.
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La concimazione del finocchietto va fatta antecedentemente la semina, usando letame maturato oppure concimi a base di potassio e fosforo e azoto. È bene non esagerare con questi minerali, visto che la pianta assimila i nitrati molto velocemente. L’apporto viene eseguito in due momenti distinti, uno prima di diradare le piante e l’altro passati venti giorni dalla prima concimazione. A proposito della raccolta del finocchietto selvatico, i suoi germogli e le nuove foglie possono essere prese durante tutte le stagioni. I semi vanno raccolti dopo che risultino completamente maturi ma prima che cadano a terra. Successivamente si fanno seccare, si puliscono e si mettono a conservare in barattoli di vetro, per evitare la creazione di muffe che danneggerebbero tutta la produzione.
Le proprietà del finocchietto selvatico sono molte e scoperte da tempo, infatti questa erbacea viene già usata da centinaia di anni. Di certo, le proprietà più conosciute e sfruttate sono quelle stimolanti e digestive, ma bisogna sapere che questa pianta ha ottime proprietà antispasmodiche ed aiuta ad eliminare i gas in eccesso dell’intestino. Oltretutto, da non molto sono state scoperte anche le sue proprietà antisettiche infatti, il suo infuso viene utilizzato per le irritazioni agli occhi o per i gargarismi in caso di alito cattivo. Parlando di problematiche e malattie che possono attaccare il finocchietto selvatico, si ricorda il marciume sia del colletto che delle radici e la piombatura. Esistono pure degli insetti parassiti come gli afidi e le tignole che possono insediarsi sulle piante.
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