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La semina del carciofo in realtà è un impianto nel terreno di germogli, nel caso dei polloni (detti carducci) o di rizomi, provvisti di gemme nel caso degli ovoli. Polloni e ovoli si ricavano quindi dalla pianta che tende a diventare perenne ma è consigliabile coltivare solo per 5 anni allo scopo di non impoverire eccessivamente il terreno. L’impianto dei polloni può essere applicato anche nel periodo autunnale. Esistono cultivar del carciofo che possono sviluppare due infiorescenze annuali, dalla primavera alla fine della stagione estiva per cui il periodo dei carciofi può prolungarsi fino a 8-10 mesi all’anno. I polloni ricavati alla base della pianta si interrano in semenzaio o in vasetti, al coperto, alla fine dell’inverno o in pieno campo in maggio, ad una distanza di circa 1 metro tra di loro. Nelle regioni centromeridionali l’impianto dei polloni può essere effettuato anche in autunno. Gli ovoli vanno distaccati dalla pianta madre in estate, tenuti per qualche giorno riuniti in gruppo e inumiditi, infine i più sani e forti vanno impiantati a pieno campo in buche o solchi a circa 20 cm. di profondità e sostituiti gli ovoli che non attecchiscono.
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Le piante giovani vanno riparate alla base dello stelo con una pacciamatura di paglia mentre per le adulte si ricorre a una rincalzatura a inizio inverno. Il carciofo esige una notevole irrigazione da distribuire in modo particolare immediatamente dopo l’impianto e lungo tutto l’arco del ciclo produttivo, specialmente in estate. Il terreno va mantenuto libero da erbe infestanti con sarchiature e zappettature, utili anche per arieggiare il terreno. Le piante morte vanno eliminate e sostituite, rimossi i germogli (polloni) alla base delle piante adulte quando non servono per i nuovi impianti perché sottraggono energia vitale, vanno tolte le foglie ammalate o danneggiate. Occorre inoltre fertilizzare il terreno con letame e composto maturo all’inizio dell’inverno. La raccolta dei carciofi viene effettuata a mano, scegliendoli fra quelli con dimensione più adatta, con il diametro in genere di circa di 10 cm., tagliandoli con uno stelo di 10-15 cm, permettendo in questo modo di conservare il prodotto fresco più a lungo. La raccolta va fatta prima che il capolino assuma una colorazione rossastra e le brattee inizino ad aprirsi per non renderlo troppo coriaceo.
Durante il periodo dei carciofi l’attenzione va rivolta al freddo invernale che le giovani piante temono, mentre dalla primavera all’autunno occorre fare attenzione agli afidi, agli acari e alle larve dei lepidotteri. L’afide nero è un pidocchio che resiste ai rigori dell’inverno, succhia il liquido vegetativo della pianta riducendone la capacità fotosintetica, la nottua del carciofo è una larva che scava gallerie nelle nervature delle foglie arrivando alla base dei capolini. La Vanessa del carciofo è una piccola farfalla le cui larve rosicchiano tutta la foglia, escluse le nervatura. Tra le malattie crittogamiche la peronospora è rara mentre più diffuso è il mal bianco che si manifesta con la presenza sulle foglie di macchie gialle in corrispondenza delle quali appare una muffa biancastra che le porta a seccare. Le operazioni di impianto dei polloni e degli ovoli o di trapianto vanno seguite con cura per verificare che il processo di radicamento e di sviluppo sia regolare, nel caso si osservi debolezza o crescita anomala della pianta si consiglia la sua sostituzione per diminuire le probabilità di sviluppo di parassiti e l'insorgere di nuove malattie.
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