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I bonsai, come detto, sono alberi in tutti i sensi, quindi quelli autoctoni sono la scelta migliore, almeno per i primi passi nel meraviglioso mondo del bonsai. Anche se autoctono, però, ha bisogno di alcune attenzioni, di cui l'albero in dimensioni normali non necessita. Per esempio, durante la stagione invernale, è bene coprire i vasi con paglia o teli di plastica, in modo che la poca terra presente nel vaso non geli, ponendo a rischio la vita stessa del bonsai. In caso di clima veramente freddo, è meglio mettere i bonsai in veranda o in serra. I rinvasi che si renderanno necessari, durante la vita del bonsai da esterno, andranno effettuati nel periodo di riposo vegetativo della pianta. Nello stesso momento in cui si rinvasa, va effettuata la riduzione della massa radicale. I bonsai da esterno vanno soggetti all'attacco di un parassita: la cocciniglia. In tal caso va effettuato un trattamento con prodotti specifici, oltre ad eliminare le incrostazioni biancastre con un spazzola.
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Ciò che serve per la cura, manutenzione e, come si dice in gergo, educazione del bonsai, sono pochi strumenti facili da reperire. Piccole cesoie, un coltello affilato, filo di rame e tanta passione. Il filo di rame, che deve essere dello spessore adeguato al ramo che va "educato", va posto nella stagione vegetativa del bonsai, in modo che crescendo viene costretto a seguire la direzione desiderata. Questa tecnica viene eseguita principalmente sui tronchi/rami giovani. I fili vanno lasciati parecchi mesi, a volte anche anni, cambiando nel tempo lo spessore stesso del filo. Devono essere rivestiti di una guaina in gomma, in modo da non creare danni nei punti in cui avviene la legatura. Durante il periodo di riposo vegetativo, invece, va effettuata la potatura e la boinsaizzazione delle foglie, cioè, tuttole foglie più grandi vanno tagliate a metà, in modo che la pianta, poi, le lasci cadere, rinnovandole con un numero doppio ma di più piccola dimensione.
Questo genere di coltivazione ha origini antichissime. La parola "bonsai" è giapponese e si divide in due. BON vassoio o ciotola e SAI crescere. Crescere nella ciotola. Ma se la parola è giapponese l'Arte è di origini cinese. Circa nel 700 dc, i cinesi mettono a punto una tecnica, chiamata "punsai", per la coltivazioen di alberi nani in vaso. In Giappone questa tecnica venne introdotta nel periodo Kamakura, grossa influenza della Cina sulla patria del Sol Levante. Le "forme" dei bonsai, erano di due tipologie: sacre e profane. Quelle sacre ricordavano le posture yoga, dove venivano "riprodotti" i fluidi vitali causa della lunga vita. Quelli profani, invece, non seguivano delle vere e proprie regole, ma più che altro l'estro dell'educatore. Ecco da dove arriva il vostro bonsai da esterno, ed ecco il perché bisogna avvicinarsi a questa tecnica con enorme umiltà, tanta passione e molta pazienza.
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