In Italia il Faggio si trova in tutte le regioni dai 600 ai 1600-2000 m di altitudine in associazioni vegetali in cui predomina grazie anche agli interventi dell’uomo che ne hanno favorito la presenza. L’altitudine a cui arriva a spingersi dipende strettamente dalla latitudine a cui ci si trova, è stato calcolato infatti che per ogni grado di latitudine Nord in più, la sua presenza in quota si abbassa di 110 m. Preferisce esposizioni ombrose su suoli fertili e freschi, a medio impasto e ben drenati, ma può adattarsi a zone con terreni più poveri e pietrosi a condizione che l’umidità atmosferica non venga meno specialmente in primavera e quella del suolo non provochi ristagni (quindi non prospera in presenza di suoli argillosi e pesanti). Negli Appennini settentrionali vegeta soprattutto su suoli acidi o sub-acidi, al sud invece su suoli a reazione basica. La temperatura media del mese più freddo non dovrebbe scendere al di sotto di -3/-4 °C.
Albizia Julibrissina Pianta Astoni in vaso di Albizia Julibrissina - Astone in vaso |
Nel contesto boschivo il Faggio raggiunge la maturità a 60-80 anni, mentre gli esemplari isolati maturano nella metà del tempo. La fruttificazione è incostante, ogni 3-4 anni però è molto abbondante. I semi sono dormienti e per ottenere la germinazione vanno sottoposti a chilling freddo per 1,5-5 mesi. Le cultivar si propagano per innesto a spacco a marzo, o per innesto a occhio a giugno. Non va potato fatta salva la rimozione di rami danneggiati. Gli impianti vengono effettuati con semenzali di 2-3 anni o con trapianti di 4-5 con una densità di 2x2 m, che va poi ridotta nel tempo, la prima volta di solito a 25-30 anni e poi ogni 15-20.
Tra i parassiti del Faggio ricordiamo il cecidoomide Mykiola fagi che provoca galle sui rametti, e Phytophtora fagi che provoca la peronospora nei semenzai in clima caldo umido su terreni asfittici. Ricordiamo inoltre la Zeuzera pyrina, il rodilegno bianco.
Il legno di Faggio è duro e pesante, ma facile da lavorare.. Opportunamente trattato viene utilizzato per mobili, oggetti di vario tipo tra cui anche strumenti musicali, carta, materiale d’imballaggio, e come combustibile. Produce un carbone ricercato.
Il faggio ha per natura una grande variabilità morfologica, che opportunamente selezionata dai vivaisti ha portato a cultivar tra le più disparate (se ne contano più di 40). Noi segnaliamo:
“Pendula” a portamento piangente (rami principali orizzontali e secondari penduli).
“Cocleata” di soli 4-5 m di altezza a chioma conica.
“Dawyck (Gold, Purple)” a chioma colonnare, eventualmente con foglie oro o porpora in primavera.
“Tortuosa” prostrato con tronco tortuoso.
“Purpurea” a foglie rosse, ne esistono anche cultivar piangenti o prostrate.
“Zlatia” con foglie inizialmente giallo oro che poi diventano verde-giallastro a maturità.
Esistono poi tutta una serie di cultivar che differiscono per la forma delle foglie tra cui “Asplenifolia”, “Cristata”, “Grandidentata”, “Laciniata”, “Quercifolia” e “Latifolia”.
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