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Essendo un albero che si sviluppa principalmente allo stato selvatico, il larice non richiede di particolari cure da parte dell'uomo. Preferisce ambienti con un tasso di umidità molto elevato (tra l'80 ed il 90%), esposti per molte ore alla luce del sole ma al contempo molto ventilati per evitare bruciature; teme i ristagni idrici, causa di marciume radicale, pertanto è necessario impiantarlo in un terreno che sia compatto, profondo ma anche ben drenante. A causa delle sue grandi dimensioni, fino a 45 metri d'altezza e 2 metri di diametro, dev'essere disposto a circa 3 metri di distanza rispetto alle altre piante, con le quali potrebbe facilmente entrare in competitività per le risorse del terreno. Per favorire l'espansione della chioma, si consiglia di procedere alla potatura dei rami più ingombranti o di quelli danneggiati.
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Gli esemplari giovani vanno impiantati preferibilmente in primavera, quando le condizioni climatiche sono ideali, e vanno concimati utilizzano dello stallatico maturo ternario (contenente azoto, fosforo e potassio in proporzioni simili tra loro) a lenta cessione; il concime va impiantato ai piedi del tronco e deve contribuire a rendere il terreno drenante e compatto. Gli alberi di larice adulti non vanno concimati, se non saltuariamente, per via della loro rusticità. Infatti, è consigliabile effettuare un intervento di concimazione una volta ogni 3 anni circa, tra la fine dell'autunno e l'inizio dell'inverno (per garantire ulteriore protezione all'albero durante le gelate invernali). Anche in questo caso, il tipo di concime più indicato è lo stallatico maturo, ma è ugualmente indicato anche l'impiego di humus di lombrico.
Il larice, naturalmente resistente all'attacco di patogeni, può diventare invece vulnerabile in presenza di clima umido e caldo. I differenti funghi che possono attaccare il larice si diffondono in tempi molto rapidi, e possono contaminare anche le piante vicine; per evitare l'estensione dell'infezione è possibile effettuare un trattamento antiparassitario prima dell'arrivo del caldo, ma nel caso in cui un albero risulti infetto è opportuno sradicarlo. Tra i parassiti che attaccano l'albero vi è anche la tortrice del larice, che si riproduce tra maggio e luglio e si nutre di aghi più o meno giovani, creando seri danni alla chioma. La tortrice del larice può essere debellata grazie all'impiego di un ceppo batterico, ovvero Bacillus thuringiensis sottospecie kurstaki, che inibisce la crescita delle larve. Il larice può essere attaccato, anche se in maniera meno grave, da afidi o pidocchi del larice.
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