L’albero di quercia presenta una chioma dalla forma tipicamente tondeggiante e un fusto liscio e grigiastro negli esemplari giovani, mentre è semi-rugoso negli esemplari di una certa età. Il fogliame presenta una forma lobata e di forma variabile, i margino sono tondeggianti e di un verde scuro e lucido; durante la stagione autunnale, le foglie degli esemplari caducifoglie, iniziano a diventare arancioni e gialle fino alla caduta. Il seme è molto particolare in quanto sembra essere contenuto all’interno di una coppa legnosa di colore chiaro; il nome del frutto è ghianda. Questi ultimi possono essere utilizzati per la riproduzione della quercia. Avendo vita breve, occorre seminarli subito in dei vasi, si terriccio deve essere ben umido e mai asciutto; dopo circa due mesi, la piantina può essere messa all’aperto, e solo dopo circa 2 anni, essere messa a dimora in piena terra.
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Come affermato già in precedenza, l’albero di quercia, essendo un esemplare rustico è in grado di adattarsi a qualsiasi tipo di ambiente, terreno, clima, temperature etc. per quanto riguarda il terriccio, la quercia predilige un terreno profondo in modo tale da poter sviluppare a pieno il proprio apparato radicale, ricco di sostanze nutritive, ben drenato e un’ottima umidità dell’ambiente esterno. Oltre al fatto che resiste a tutte le condizioni climatiche, la quercia riesce a vivere e crescere sia in ambienti freddi ma anche a temperature elevate, come la zona padana e gli ambienti cittadini durante la calda stagione estiva. Per quanto riguarda l’esposizione, quest’albero rustico preferisce essere sistemato in un ambiente ben ventilato e in pieno sole.
Difficilmente l’albero della quercia viene aggredito da parassiti e da malattie importanti, soprattutto se si parla di esemplari adulti e secolari. Se invece si possiede un giovane esemplare di quercia, occorre fare attenzione principalmente a: processionaria, cipinidi, ruggine e oidio. La processionaria è un lepidottero che, dallo stato larvale danneggia la chioma della quercia provocando ingenti danni. Le larve di hanno delle mandibole molto resistenti e delle sostanze urticanti, le quali in brevissimo tempo provocano la caduta del fogliame e danni irreparabili ai rami. La distruzione di questo esemplare è indispensabile perché oltre a distruggere la quercia, realizza sulla stessa dei nidi per ospitare la generazione successiva. Il cipinide è un imenottero che provoca dei danni a livello del fogliame: esso punge le foglie sulle quali si forma una sorta di protuberanza ricca di tannino. Infine, i giovani esemplari di quercia possono essere aggrediti dalla ruggine e dall’oidio. Entrambi sono provocati da funghi; i primi presentano delle macchie tendenti al nero sulla parete fogliare; i secondi creano macchie bianche sia sulle foglie e sia sui germogli.
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