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Il pittosporo necessita di luce e non teme il sole diretto, mentre invece è sensibile all'esposizione a temperature fredde e alle correnti: la disposizione ideale per questa pianta, quindi, è in una zona illuminata per diverse ore ma vicino a mura o comunque in una zona protetta, soprattutto in vista dell'inverno. A seconda della varietà, la tolleranza nei confronti delle temperature più basse sarà variabile, alcune non patiscono nemmeno la discesa sotto lo zero. Occorre fare attenzione, invece, con le annaffiature, che dovranno essere più abbondanti in estate e ridotte poi nel periodo invernale. Le annaffiature devono avvenire solo quando il terreno si è asciugato tra una e l'altra, per evitare i ristagni idrici: il pittosporo teme molto il terreno non ben drenante e l'umidità eccessiva stagnante, che può far marcire le radici e favorire lo sviluppo di patologie fungine.
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Dal momento che lo sviluppo del pittosporum è rigoglioso e la pianta tende a produrre abbondanti rami, la potatura è un'operazione importante non solo per garantirne un buona resa estetica alle piante di pittosporo, soprattutto se utilizzate come recinzioni naturali, ma anche per garantire una buona salute alla pianta. La potatura è indispensabile anche per la buona salute della pianta: essa permette anche alle fronde interne di essere raggiunte dalla luce e di essere esposte ad una corretta aerazione. Questo permetterà alla pianta di crescere, ma anche di essere sana e di poter quindi resistere meglio agli attacchi dei parassiti e di altri organismi infestanti. La potatura si effettua, solitamente, tra aprile e maggio, in vista di una nuova gettata di rami. Si attende invece l'estate inoltrata per la riproduzione più comune del pittosporo, ovvero quella per talea: il ramo prelevato deve essere messo in un composto di torba scura e sabbia, arricchita di funghicida preventivo, fino e ricoperta da plastica trasparente fino alla radicazione. Una volta avvenuta, la piantina potrà essere trasferita nel terreno ed esposta a luce ed annaffiature esattamente secondo quanto richiesto anche dalle piante adulte. Richiede invece tempi più lunghi la moltiplicazione per seme, che prevede prima la messa a dimora in un apposito contenitore in un ambiente con poca luce e temperatura costante, e solo quando la piantina sarà germogliata verrà posizionata nel terreno.
A fare la fortuna del pittosporo, in termini di diffusione, contribuisce anche la sua resistenza alle condizioni climatiche avverse e all'attacco di parassiti e organismi fungini di varia natura: si tratta di una pianta che solitamente non necessita di interventi preventivi, anche se non è del tutto immune a qualsiasi tipo di infestazione. I più comuni organismi che possono colpire il pittosporo sono la cocciniglia, il ragnetto rosso e gli afidi. La loro presenza è rivelata dalla comparsa di piccole macchie sulle pagine delle foglie, di colore chiaro o scuro a seconda della varietà infestante. In qualsiasi caso, è fondamentale provvedere all'eliminazione completa dei parassiti presenti, poiché nutrendosi della linfa essi sono in grado di portare alla morte la pianta. Se l'infestazione è ad uno stadio iniziale e in una zona limitata, è possibile provvedere all'eliminazione dei parassiti tramite un batuffolodi alcol imbevuto di cotone; in caso contrario sarà invece necessario provvedere all'uso di antiparassitari specifici, avendo cura di eliminare ogni traccia dell'infestazione, che potrebbe in caso contrario tornare a proliferare. Foglie ingiallite e che perdono tono e colore possono essere segno di sofferenza causata invece dalle condizioni di coltivazione: solitamente, in questi casi, il problema risiede nell'annaffiatura, che può essere troppo scarsa o troppo abbondante. In tal caso sarà sufficiente ripristinare le condizioni ottimali di coltivazione per poter vedere la pianta tornare a nuovo vigore.
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