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Le cultivar di rovo cominciano a maturare 35-45 giorni dopo la fioritura, da metà luglio fino al mese di settembre; tra loro si distinguono in base al portamento, eretto o strisciante, ed alla presenza o assenza di spine sui tralci; nel nostro Paese si coltivano solo cultivar senza spine in quanto rendono più agevoli le operazioni colturali.
Le principali varietà a portamento eretto, dalle più precoci alle più tardive sono: Araphao, Dirksen, Black Satin, Thornfree, Smoothstem, Thornless evergreen, Chester, Navaho (cultivar senza spine, Thornless evergreen è sempreverde), Tayberry (ibrido tra rovo e lampone) e Rovello (dotata di spine). Le cultivar a portamento strisciante, non coltivate in Italia e spinescenti, sono: Cascade, Marion ed Olallie. 3 Pezzi Mora Senza Spine Pianta in vaso di Mora Senza Spine - 3 Piante in vaso 7x7 Prezzo: in offerta su Amazon a: 15,4€ |
La messa a dimora viene fatta in genere a fine inverno; prima dell’impianto, effettuare una vangatura a 30-40 cm di profondità ed eseguire una concimazione con letame maturo (500 q/ha). I sesti d’impianto sulla fila sono di 1-1,5 m, mentre tra le file sono necessari almeno 2,5-3 m permettendo il passaggio dei mezzi e lo sviluppo dei polloni nell’interfila. Sulla fila si utilizza la pacciamatura con film plastico nero per prevenire il problema delle erbe infestanti; durante la stagione il telo va tagliato lungo la fila per favorire l’emissione dei polloni dalla base o dalla radice delle piante.
Le forme d’allevamento adottate sono a controspalliera, con l’ausilio di pali e fili in quanto i tralci necessitano di legature. La potatura si effettua nel tardo autunno o inverno, tagliando i tralci vecchi che hanno già prodotto e lasciando i polloni nuovi per l’anno successivo, raccorciandoli al massimo 3 m e diradando quelli in eccesso. Il rovo, essendo una pianta molto rustica, non necessita di concimazioni. L’irrigazione va praticata in caso di terreni molto leggeri o qualora si verificassero prolungati periodi di siccità, la massima richiesta idrica è in corrispondenza dell’ingrossamento dei frutti; irrigazioni esagerate portano ad un eccessivo rigoglio vegetativo con ottenimento di more troppo acquose.La raccolta è scalare per cui è effettuata a più riprese, a distanza di 4-5 giorni; vengono depositate in piccoli contenitori di cartone o di plastica dentro i quali saranno commercializzate per il consumo fresco. Le more devono essere completamente mature staccandosi con facilità; i frutti troppo maturi risultano eccessivamente molli sotto la pressione delle dita quindi vanno scartati, mentre se mostrano una certa resistenza alla trazione si considerano ancora immaturi, nonostante la completa colorazione. Oltre al consumo fresco le more possono essere destinate alla surgelazione, per la preparazione di sciroppi, liquori, marmellate, gelatine, torte, gelati, sorbetti, per aromatizzare l’aceto e come coloranti per alimenti.
L’unico problema per il rovo è rappresentato dalla malattia fungina della muffa grigia, che causa marciume sui frutti durante la fase di maturazione con vegetazione troppo fitta ed umidità elevata. Gli interventi da attuare sono agronomici e consistono nell’adozione di ampi sesti d’impianto in modo da permettere un ottimale arieggiamento ed illuminazione della vegetazione. Se è ritenuto opportuno l’impiego di fungicidi si effettuano tre trattamenti: in prefioritura, a fine fioritura ed in prossimità della maturazione. È fondamentale mantenere un ambiente equilibrato dal punto di vista ecologico, in modo tale che il danno causato dai parassiti non abbia un’entità superiore rispetto alle soglie economiche d’intervento.
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