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Le varietà di lampone si distinguono in unifere e rifiorenti o bifere. Le prime sono caratterizzate da tralci che lignificano a fine stagione divenendo fruttiferi, alla seguente ripresa vegetativa emettono nuovi germogli lunghi 30-40 cm che fioriscono scalarmente e fruttificano da metà giugno fino ad agosto. I frutti sono grossi, dolci, di colore rosso brillante, facili da staccare e di buona conservabilità. I polloni che hanno prodotto seccano e vanno asportati, mentre se ne svilupperanno altri che fruttificheranno l’anno successivo. Le cultivar unifere più importanti, dalle più precoci alle più tardive sono: Glen Moy, Canby (senza spine), Fairview, Glen Prosen, Summer, Meeker (idonee alla surgelazione), Tulameen e Titan. Le varietà rifiorenti invece fruttificano sia sui polloni dell’anno che l’annata successiva, maturano da giugno-luglio (tralci dell’anno precedente) fino a novembre (polloni dell’anno); i frutti hanno una pezzatura media e, dopo la raccolta, tendono a diventare di colore rosso scuro. Le cultivar rifiorenti più importanti, dalle più precoci alle più tardive sono: Polka, Zeva rifiorente, Ruby, Heritage, Rossana e Autumn Bliss.
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L’impianto va effettuato a fine autunno o a fine inverno, raccorciando le piante a 20-30 cm. Prima della piantagione, eseguire una concimazione con letame maturo (500 q/ha). I sesti d’impianto sulla fila, sulla quale è meglio posizionare una pacciamatura di polietilene nero per evitare la presenza di infestanti, sono di 0,5 m e 2,5 m tra le file per permettere il passaggio dei mezzi, un buon arieggiamento ed una buona vegetazione. Le forme d’allevamento adottate sono a controspalliera, con l’ausilio di pali e fili in quanto i tralci tendono a cadere col peso dei frutti, per cui necessitano di legature, mentre le cultivar rifiorenti possono essere coltivate a siepe. La potatura nel caso delle varietà unifere consiste nell’eliminare i tralci che hanno fruttificato dopo la raccolta; prima della ripresa vegetativa si diradano i polloni troppo corti e fuori fila raccorciando quelli rimasti a 160-170 cm. Relativamente alle cultivar rifiorenti, ad autunno inoltrato od in inverno, la pianta va tagliata completamente raso terra; nella primavera successiva, dal ceppo ricresceranno nuovi polloni che fruttificheranno nuovamente per tutta l’estate fino all’autunno. Qualora si volessero sfruttare entrambe le produzioni, la potatura prevede l'eliminazione dei tralci di due anni e la scelta di 4-5 tralci dell'anno da spuntare a 60-70 cm di altezza.
Gli eccessi di azoto portano ad una vegetazione esagerata, con eccessivo ombreggiamento, peggiorando la maturazione e la resistenza alle malattie. La somministrazione di azoto si aggira intorno ai 100 kg/ha e va frazionata in almeno 2 interventi: in autunno, per favorire l’accumulo delle sostanze di riserva, in primavera ed alla ripresa vegetativa o in prefioritura; il fosforo ed il potassio si distribuiscono a fine inverno, rispettivamente con dosi di 50 kg/ha e 120 kg/ha. Il lampone é sensibile alla carenza di boro, che provoca dormienza delle gemme, minor resistenza al gelo e maggior sensibilità a carenze idriche. I microelementi si somministrano durante la fase produttiva con la fertirrigazione. Nelle zone con una piovosità 800-1.000 mm annui, l’irrigazione si effettua nelle fasi della fioritura e d’ingrossamento dei frutti; viene impiegato il sistema a goccia in quanto non bagna la vegetazione, per cui si limita l’insorgenza della muffa grigia.
La raccolta è scalare, per cui si esegue ogni 3-4 giorni, i lamponi devono essere maturi, compatti (una volta raccolti durano 2-3 giorni), staccati dal ricettacolo e vanno posizionati in piccoli contenitori, se destinati al consumo fresco. Per il prodotto destinato al consumo fresco ed alla surgelazione la raccolta è manuale, mentre per impieghi industriali (preparazione di sciroppi per bibite, marmellate, gelatine, dolci, yogurt, cosmetici) questa operazione è meccanizzabile.
È fondamentale mantenere un ambiente equilibrato dal punto di vista ecologico, in modo tale che il danno causato dai parassiti non abbia un’entità superiore rispetto alle soglie economiche d’intervento. Le malattie fungine più pericolose sono la muffa grigia, che causa marciume sui frutti durante la fase di maturazione con vegetazione troppo fitta ed umidità elevata, la didimella, la septoriosi e la ruggine. I parassiti animali sono gli acari e gli insetti tra cui si sottolineano il Verme del lampone, che danneggia i frutti, la Cecidonia dei fusti, la Sesia del lampone, l‘Antonomo del lampone. Gli interventi da attuare sono agronomici e consistono nell’adozione di ampi sesti d’impianto e nel limitare le concimazioni azotate.
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