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Il Salice bianco è naturalizzato in tutta Italia, da 0 a 1200 metri sul livello del mare, anche se eccezionalmente si possono trovare esemplari fino a 1500 metri. Tipico dei suoli alluvionali tollera periodiche esondazioni e predilige un terreno sciolto, sabbioso o limoso, ma in ogni caso umido dato che abbisogna di precipitazioni annue di circa 900-1000 mm in media. E’ molto diffuso lungo le rive dei fiumi in pianura. Tollera temperature invernali medie non inferiori a -2°C.
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La propagazione avviene per talee che possono essere di 20-30 cm nel caso in cui si voglia ottenere il cosiddetto “ceduo da vimini”, mentre talee di un metro sono utilizzate per alberature o se si vogliono rinsaldare sponde fluviali o scarpate. La distanza d’impianto varia da 6-7 metri per le alberature, a 1 m (con talee la cui base viene tagliata a becco di luccio) o anche meno per ottenere viminate o comunque impianti protettivi della stabilità di pendici di vario genere. Il terreno va preparato prima dell’impianto, fino a 60 cm di profondità. La piantumazione ideale avviene in autunno, ma può dare buoni risultati anche in primavera.
Il salice bianco se lasciato crescere indisturbato può essere impiegato in parchi di ampie dimensioni, meglio se in prossimità di stagni o laghetti. Il colore della sua chioma argentea mossa dal vento può fare da sfondo a contrasto a alberature meno imponenti e di diverso colore sia in contesti ordinati che in giardini rustici orientati a un approccio più informale o naturalistico. In quest’ultimo caso è da segnalare che il Salice bianco è una delle specie più utili per il riparo e il sostentamento della cosiddetta fauna minore (uccelli, anfibi, rettili e soprattutto insetti). Data la rapidità del suo accrescimento è opportuno offrire alla pianta una concimazione adeguata, utilizzando dello stallatico maturo soprattutto in caso di capitozzatura o tagli ancor più radicali. A questo proposito va specificato che una pianta capitozzata o ceduata non raggiungerà mai un’altezza di dieci metri, considerando che in una stagione vegetativa arriverà al massimo a 2 o 3 metri, il che renderà il Salice bianco accessibile anche a chi non possiede un giardino di dimensioni esagerate. Le piante allevate per il colore dei giovani getti si abbinano bene a Erica carnea, Erica erigena e vari Cornus da ramo e Prunus davidiana, giocando a contrasto coi colori, per creare bordure miste con effetti spettacolari in pieno inveno.
Il Salice bianco è sensibile all’attacco degli ascomiceti che provocano l’oidio, che ricopre con un feltro biancastro le foglie. Un altro ascomicete, Rhytisma salicinum, provoca macchie nerastre sulle foglie con conseguente caduta delle stesse. Lepidotteri diurni e notturni allo stadio larvale possono cibarsi delle foglie in modo massiccio.
Il legno è ottimo per la produzione di carbone, cassette da imballaggio truciolati e cellulosa.
Oltre alla già citata sottospecie Vitellina a rami giallo oro, esistono altre varietà di Salice bianco selezionate per il colore dei rami più giovani. Da notare che per mantenere un numero elevato di rami del colore selezionato, la pianta va capitozzata o addirittura ceduata (tagliata a terra) ogni anno.
Salix alba “Chermesina” con rami giovani con la corteccia giallo rossi. E’ alto circa 7 m, se non viene tagliato ogni anno, e molto vigoroso.Salix alba “Britizensis” albero piccolo e conico, alto circa 6 m se non viene tagliato, giovani rami rosso arancio che contrastano con le foglie verdi. Spettacolare in inverno, specialmente se associato ad altri salici come il Salice da vimini o ai Cornus da ramo.Salix alba “sericea” con foglie argentate e chiare su entrambi i lati. Arriva a 10 m, a meno che non venga capitozzato o tagliato raso terra.
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