Pitaya frutto del drago Hylocereus monacanthus (Polpa Rossa) Prezzo: in offerta su Amazon a: 18,5€ |
Il castagno preferisce climi collinari e montani, può essere coltivato ad un’altitudine variabile tra i 400 m e, al sud Italia, 1300 m; resiste agli inverni rigidi, fino a -20 °C, mentre mal sopporta le elevate temperature estive. Le esposizioni a sud, sud est e sud ovest consentono una completa illuminazione della chioma. Il castagno ha un fabbisogno idrico di almeno 700 mm di pioggia annui. In fatto di terreno è una specie esigente, infatti predilige suoli profondi, sciolti, fertili, ben drenati e subacidi, mentre rifugge i terreni calcarei, umidi e compatti.
Goji Lycium Barbarium Pianta in vaso di Goji Lycium Barbarium - 10 Piante in vaso 7x7 Prezzo: in offerta su Amazon a: 12,89€ |
Le cultivar da frutto generalmente sono dotate di fiori maschili che producono poco polline, per cui necessitano di impollinatori con produzione abbondante di polline. Le varietà sono distinte in quattro gruppi: i marroni, le castagne, gli ibridi eurogiapponesi e le giapponesi.
I marroni sono frutti interi, non settati, con la pellicola (episperma) che non penetra nell’interno della polpa e che si stacca con facilità nelle operazioni di pelatura; presentano una duplice destinazione: trasformazione industriale e consumo fresco. Producono frutti grossi (da 55 a 70 frutti per Kg), di ottimi caratteri organolettici e resistenti alla cottura; hanno un portamento assurgente ed entrano in produzione dopo 5-6 anni. I marroni maturano verso la fine di settembre, le varietà più importanti sono: Marrone di Chiusa Pesio, Marron Buono di Marradi, Caprese Michelangelo, Feltre, Val Sugana, Città di Castello, Marrone di Palazzolo sul Senio, Marrone di Firenzuola e Marrone di Avellino.Il gruppo delle castagne comprende parecchie cultivar presenti nelle varie aree di coltivazione italiane e, come i marroni, hanno avuto origine da Castanea sativa. Le castagne presentano dimensioni differenti e, a differenza dei marroni, sono divise da un setto interno. Dal nord al sud Italia si ricordano le seguenti cultivar: Gioviasca, Garrone (rosso e nero), Castagna della Madonna, Carpinese, Pistolere, Raggiolana e Castagna di Montella.Gli ibridi eurogiapponesi sono stati ottenuti mediante degli incroci tra il castagno comune e quello giapponese; a differenza dei gruppi precedenti resistono ai parassiti, hanno una mole più ridotta, entrano in produzione al terzo anno, presentano un’elevata pezzatura dei frutti aventi le caratteristiche del marrone, si impollinano a vicenda e sono buoni impollinatori di marroni e castagne. Le varietà più importanti sono: Primato, Precoce Migoule, Bournette, Bouche de Betizac e Marsol. Le castagne giapponesi sono piante di piccola taglia, che entrano in produzione a partire da fine agosto e le cultivar più diffuse, Tanzawa e Ginyose, si impollinano a vicenda.Il castagno si propaga per seme e per innesto, le varietà di maggior pregio si innestano sui franchi di 4-5 anni; i portainnesti ottenuti dai castagni asiatici possono essere disaffini con alcune cultivar. I sesti d’impianto variano in base alla mole della pianta: 9 X 8 m per i castagni europei e 4 X 3 m per quelli giapponesi. Il castagno giapponese necessita di una razionale irrigazione e di una potatura annuale che consenta un continuo rinnovo della chioma al fine di evitare alternanza di produzione.
Su piante giovani vanno eliminati i polloni in eccesso, mentre nel caso di castagneti abbandonati vengono eseguite potature di rimonda asportando le parti ammalate. La concimazione viene effettuata in autunno con letame maturo, a marzo con concimi complessi e a maggio somministrando azoto.La raccolta è effettuata da fine agosto fino ad ottobre, una volta caduti a terra i ricci aperti vengono radunati e si separano dalle castagne. Un altro metodo consiste nel posizionare a terra delle reti, una volta caduto a terra il materiale viene convogliato nelle macchine che separano le castagne dai ricci. Le produzioni variano da 10 a 50 q/ha. I parassiti più pericolosi di questa pianta colpiscono la corteccia ed il ceppo, sulle ferite si applicano dei prodotti rameici, mentre il ceppo va mantenuto pulito dagli accumuli di foglie o sostanze organiche varie, che creano condizioni di umidità, e disinfettato periodicamente.
COMMENTI SULL' ARTICOLO