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In passato la potatura veniva eseguita con un falcetto affilatissimo. Bisogna dire però che questa veniva eseguita in maniera abbastanza arbitraria, basandosi sulle proprie esperienze passate che, talvolta, venivano falsate da annate non propriamente buone. Inoltre la tecnica del falcetto tendeva a rovinare le piante. Dovendo eseguire il taglio con un colpo secco, infatti, capitava di non riuscirci e dover ritentare, apportando così alcuni danni alla pianta e, ancora peggio, rischiando di rovinare le gemme perché la pianta veniva scossa bruscamente dal colpo. Al giorno d'oggi la potatura si pratica con delle forbici apposite, robuste, pesanti e alcune, le più evolute, sono dotate di un motorino elettrico collegato a batterie che sostituisce la forza muscolare nell'operazione del taglio.
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Partendo dal presupposto che ogni specie di vite ha bisogno di una sua particolare potatura, in generale possiamo dire che tutte le varianti seguono un'unica linea guida: il fatto, cioè, che la vite genera frutti nei tralci di un anno, mentre quelli più vecchi producono solo fogliame. La differenza di trattamento delle diverse specie consiste proprio nel lasciare più o meno gemme in ogni ramo nuovo. Questo dà vita e diversi modi di coltivare le singole specie e spiega perché alcune si prestino meglio a particolari tipi di allevamento: spalliera, alberello, pergolato eccetera. Il tipo di potatura varierà anche in funzione del clima e della salute di cui gode il vigneto: in genere se una pianta non gode di buona salute si cerca di eseguire una potatura il più drastica possibile, facendo sì che debba mantenere poca vegetazione nuova e rafforzare quella vecchia.
La tecnica della potatura prevede la drastica eliminazione della quasi totalità dei tralci. Dei rami nuovi che sono cresciuti in continuazione di quelli vecchi se ne salva solo uno per ciascuno, gli altri devono essere recisi alla base avendo cura di eseguire il taglio il più possibile in piano rispetto al ramo vecchio: non bisogna lasciare sporgenze che potrebbero dar luogo ad una "cicatrizzazione" anomala che darebbe luogo a problemi e soprattutto il taglio deve essere netto. Riguardo i tralci risparmiati, andranno tagliati anch'essi abbastanza drasticamente, ma nella misura in cui possano generare nuova vegetazione e frutti per l'anno successivo. In genere si contano 3 o 4 gemme, partendo dalla base, e si procede a un taglio netto appena sopra il nodo in cui è collocata l'ultima gemma. Occorre aver cura di non eseguire un taglio perpendicolare ma di tagliare il ramo con una certa angolazione così da consentire all'acqua della pioggia e della rugiada di non accumularsi sul taglio perché potrebbe causare problemi fino al disseccamento del ramo in questione.
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